Guido Barilla mercoledì ci ha dato un netto e chiaro esempio di come non fare marketing e comunicazione istituzionale. Uno di quei casi aziendali che tra qualche anno si studierà nei corsi universitari d’economia, sotto il paragrafo come distruggere più di cento anni di onorata reputazione in meno di un minuto d’intervista radiofonica.
Hai voglia a investire milioni e
milioni di euro ogni anno in comunicazione e testimonial di lusso come l’Almodovariano
Antonio Banderas se poi con un colpo di spugna ti fotti con le tue stesse mani, facendo non solo una figura di cacca internazionale ma perdendo in un sol colpo
almeno tre milioni di consumatori, se ti va bene (tanti sono gli omosessuali
stimati in Italia). E il tutto perchè? Perchè lui (uomo divorziato) ama la
famiglia tradizionale e gli omosessuali li tollera solo se non infastidiscono
gli altri. Se non gli sta bene possono sempre comprare altre marche.
Manco doveva dirlo! Nasato il
clamoroso autogol, i brand concorrenti si sono gettati a capofitto sulla
carcassa e hanno sferrato il contrattacco per mangiarsi più parte di mercato
possibile sull'onda dello scandalo e facendo al volo una campagna di comunicazione ad hoc a favore di
tutte le famiglie, a prescindere dalla loro composizione. Insomma, come a dire
nella vita fate quello che ve pare basta che comprate i nostri prodotti. Diciamo
che non fa una piega il discorso anche se per alcuni imprenditori forse è dura
da capire.
E allora che si vada a far
friggere il famoso slogan "Barilla dove c’è casa" se poi la casa deve essere
chiusa e sprangata ad una parte della popolazione. L’imprenditore ha deciso di
volere i soldi solo della famiglia cosiddetta tradizionale, manco quelli degli "anormali" puzzassero o trasmettessero virus contaminanti pericolosissimi. Che poi
da una parte la sua affermazione potrebbe anche starci, ogni azienda si rivolge
ad un target specifico o ad un segmento di consumatori, ma se la scelta è fatta in
base a dei propositi omofobi e discriminatori magari abbi l’intelligenza di
starti zitto e alla domanda impertinente rispondi con un vago "vedremo, forse un
giorno la faremo". E morta lì. Te ti pari
il cu*o e resti sulla tua politica aziendale.
E invece no! In Italia bisogna sempre sforare
nel battutismo. Manco a dirlo le associazioni omosessuali si sono subito
indignate dall’affermazione di Mr Rigatoni e hanno lanciato una campagna di
boicottaggio contro i prodotti dell’azienda. E a niente è bastata la rettifica del
diretto interessato millantando scuse campate per aria, ormai la frittata era
fatta. A supportarlo resta solo il Moige (capirai, sono della stessa pasta!) e altri quattro gatti.
A questo punto non ci resta che
attendere la presa di posizione di Banderas per capire se i soldi contano più
di un ideale…
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