Recchia o non recchia. Questo è
il dubbio amletico che sta attanagliando l’Italia intera da qualche settimana a
questa parte. Raoul Bova infatti non appena ha ufficializzato la separazione con
la moglie ha fatto partire un totoscommesse sulla sua presunta omosessualità
che tanto si è vociferata in queste ore. Addirittura sembrerebbe che la ragione
sia proprio il fatto che non ami più la patata ma si sia dato sapientemente
allo strufolone.
Insomma, volente o nolente, in
questo periodo l’attore è sulla bocca di tutti. Prima per il suo ricovero in
ospedale, poi per i suoi guai a suo dire strumentalizzati con il fisco e la
separazione dalla moglie, ed ora per il suo orientamento sessuale. E se la
moglie non vuole rilasciare dichiarazioni perchè non ama parlare della sua
famiglia per il bene dei suoi figli, l’ex marito invece pensa l’esatto
contrario e per il bene dei suoi due pargoli cerca di fare chiarezza sulle pagine di Vanity Fair:
"Se io sono un personaggio pubblico e conosco le
regole del gioco, i miei figli non hanno fatto nulla per meritarsi questo
trattamento… L’assedio dei fotografi li spaventa… Poi c’è la scuola: i compagni
a casa hanno genitori che leggono, ascoltano, e a tavola commentano queste
cose, e i figli le sentono, e tornando a scuola le ripetono, con la cattiveria
che possono avere i bambini: tuo padre sta male, tuo padre è un ladro, tuo
padre divorzia, tuo padre è gay… Se mi vedo costretto
a parlare, è per proteggere loro.
Chiara
e io nel tempo siamo molto cambiati. Il cambiamento a volte unisce e a volte no. Noi
due, purtroppo, non ci siamo più capiti… Allora è iniziato un periodo molto
lungo – quasi tre anni ormai – in cui ci siamo parlati, ci siamo confrontati. Abbiamo provato in tutti i modi a risolverli, quei problemi, ma
purtroppo non è bastato… E alla fine abbiamo deciso di comune accordo, con
grandissimo dolore e con grandissima civiltà, di prendere strade diverse. Lo
abbiamo fatto perché crediamo troppo al valore della famiglia per tenerla in
piedi a qualunque costo, come facciata, senza onestà. È un atto non dico di
amore, ma di rispetto per l’amore che c’è stato tra di noi.
Lo dico apertamente, mi piacciono le donne. Se
fossi omosessuale, credo che non avrei nessun problema a riconoscerlo. O forse
non lo direi: perché questo obbligo di dichiararsi, di giustificarsi? Nessuno
va in giro a dire: piacere, sono etero. Più di metà dei miei amici sono gay.
Persone con cui sono cresciuto e andato a scuola, con cui lavoro. È per loro,
soprattutto, che mi fa ribrezzo questo modo razzista e retrogrado di usare
l’etichetta di omosessuale come una macchia inconfessabile, come una peste."
Ricapitolando, dopo 13 anni di matrimonio e tre di
crisi, la coppia scoppia. L’attore conferma di non essere della parrocchia ma
allo stesso tempo afferma che anche se lo fosse non lo direbbe. Stiamo punto a
capo! Non se ne esce più…
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