Dopo un’attesa durata più di due
anni, a causa dell’operazione all’anca della cantante che le ha fatto bloccare
il tour mondiale e rimandare l’uscita del suo terzo disco, è arrivato ieri in
Giappone e l’11/11 nel resto del mondo il nuovo progetto di Lady Gaga, la
regina dei mostriciattoli.
Artpop, questo il titolo del
nuovo lavoro che ha come ambizione di mescolare il pop all’arte, comincia la
sua Era in pieno agosto con il singolo di successo apripista Applause. Settimana dopo
settimana il singolo conquista pubblico e radio diventando non solo la canzone
più passata nell’etere americano della cantante ma anche una delle sue più
longevi in top ten mondiale.
Fin qui tutto bene, il progetto
parte sotto i migliori auspici. La cantante come suo solito riesce ad attirare
l’attenzione tra una baracconata fatta passare per arteh ed un ritorno alle origini dove
mostrarsi come è realmente senza orpelli e costumi, na punkabbestia. Ad una
settimana dal lancio del disco però arriva il colpo di scena, succede
praticamente di tutto. Previsto da un pezzo il lancio di Venus come secondo
singolo, grazie al successo di Do What You Want (singolo a suo dire
promozionale) tutta la promozione viene scombussolata.
Il secondo singolo con tanto di
video già pronto viene declassato a terzo estratto nonostante questa settimana
sia entrato anch’esso nella top 20 americana, la cantante è dovuta tornare di
fretta e furia a girare un altro video chiamando a sé Terry Richardson per
partorire qualcosa di geniale e trainare le vendite il più possibile (anche se
non penso riuscirà a farlo uscire entro l’11), il suo manager storico viene
sfanculato per divergenze artistiche e tanto per non farsi mancare nulla viene
anche performato in varie occasioni il singolo Dope (che tanto per cambiare
balza in testa alle classifiche di vendite).
Insomma un carnaio che la metà
bastava. E a quattro giorni dal rilascio del disco non se capisce na mazza, tanto che la sua casa di produzione ha prenotato un viaggio nello spazio dove
la cantante si esibirà nel 2015. Se i risultati delle vendite saranno ottimi rifaranno anche il biglietto di ritorno altrimenti sarà un viaggio di sola andata e buonanotte al secchio.
Al momento possiamo stare
tranquilli. Le previsioni di vendita della prima settimana americana, secondo
Hitsdailydouble, la danno quotata a circa quattrocentomila copie (375 mila per
la precisione) e la vedrebbero non solo primeggiare sulle varie put*an-pop ma
sarebbe anche il miglior debutto femminile dell’anno. Briciole rispetto al
milione e passa del precedente album ma è anche vero che questa volta l’album non è stato
venduto a un euro o come allegato della qualunque pur di raccattare qualche copia in più.
Ovviamente questo album non è un
capolavoro né l’album del millennio che tanto millanta la sua creatrice, ma nel
genere pop riesce ad emergere dalla massa facendo un ottimo lavoro che sarà
sicuramente apprezzato da molti, anche quelli come me che non amano particolarmente
le influenze elettroniche. Un album
coraggioso che sperimenta molto e che merita la promozione solo per questo.
Aura. Brano di passaggio dal precedente album
al nuovo. Sperimentale e caotica, forse troppa carne al fuoco e sta bene dove
sta. Singolo promozionale e colonna sonora di un film. Finale in crescendo
– 6.5
Venus. Sonorità futuristiche e ex
secondo singolo ufficiale. Forse poco radiofonico ma che prende con gli ascolti
grazie ad un ritornello martellante e sfacciato. Piccola perla da ascoltare per motivarsi a fare
sport – 8
G.U.Y. Girl Under You. Canzone più
popparola rispetto alle precedenti con un beat potente forse più digeribile
dalla massa. Porcella quanto basta con un ritornello che ipnotizza – 7
Sexxx Dreams. Si arriva agli anni
’80 e si continua a parlare di sesso come nel precedente brano. Sussurri da 144
e ottimo brano riempi cd. Adorabilmente catchy – 7
Jewels N’Drugs. Qui la Germanotta
si getta nel mondo Urban con tanto di collaborazione con vari rapper. Insomma una
sorta di Triumphant alla Mariah Carey più sporca e con meno lustrini. Potente quanto
basta ma rischia sia di deludere i suoi fan lontani anni luce da questo genere,
sia di non avvicinare gli amanti del rap al suo mondo – 6.5
Manicure. Adoro! Parte col botto
e una voce graffiante da far invidia a tutte le pu*tan-pop che si contendono il
trono con lei. Energica e con
un ritornello che ti entra in testa subito. Ce la vedrei bene come quarto
singolo – 7.5
Do What You Want. La amo dal primo
fottuto ascolto e la sua voce si sposa benissimo con quella di quel gran manzo di R
Kelly. Un misto pop-rnb perfetto con un ritornello che non te lo togli dalla
testa manco sotto tortura. Attendo con ansia il video – 9
Artpop. La canzone che dà il
titolo al progetto è azzardata e sperimentale. Inizio perfetto e sound ipnotico. Ottima interpretazione
ma la vedo dura come ipotetico singolo – 7.5
Swine. Adoro la sua voce
graffiante e isterica. Adrenalinica e incazzata va a palla nello stereo. Per fortuna
la versione fatta all’iTunes Festival è un lontano ricordo - 7.5
Donatella. Da una canzone
dedicata alla Versace non si poteva aspettare che na frociata di proporzioni
immani. E per fortuna non siamo stati delusi. Popparola e non banale, cosa che, viste
le promesse, non era semplice da realizzare. Adesso aspetto il video col
featuring – 8
Fashion! Parte bene ma si perde
per strada. Will.I.am di solito è sinonimo di coattagine a profusione e invece
qui si contiene ad un sound morbido e anni ’80. Raggiunge la sufficenza ma
resta il brano più debole del disco – 6
Mary Jane Holland. Omaggio rockeggiante
alla marijuana che serve a riempire l’album – 6.5
Dope. Prima ballad del progetto e
dedicata ai suoi fans. Che dire, perla! Intensa, a tratti straziante ed
emozionante come sempre quando si schiaffa al piano. Dovrebbe sfornarne di più
così - 9
Gypsy. Va beh! Levate. Altra ballad
anche se più energica rispetto alla precedente ma sempre intima ed intensa. Assolutamente
da proporre come singolo, prima di Venus e Dope magari – 9.5
Applause. Amata da subito e che
dopo mesi e mesi ancora non mi stanca e forse anche per questo ha avuto una longevità
enorme. Trascinante e adorabile. Da mettere in loop continuo. Meritava
molto di più dal punto di vista delle vendite e posizioni in classifica. Probabilmente uscito come secondo
singolo avrebbe spaccato tutto e tutti – 9
In definitiva Artpop è un ottimo album creato
da un’artista talentuosa e che ha voce. Geniale tanto sul
versante musicale che su quello delle baracconate, Gaga mostra con questo nuovo
lavoro che non soltanto non è morta e sepolta nel mondo musicale ma che ha
tanto da dire. Si contraddistingue con forza dalla massa e resta unica nel suo
genere. Flop o non flop, la si ama o la si odia, resta comunque una boccata d’aria
fresca in questo piattume musicale.
troppo buono....
RispondiEliminaC'è bisogno di baraccone per allietare le nostre giornate. Sosteniamola :-)
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