18 ottobre 2014

Jessie J - Sweet Talker: recensione album


Jessie J è uno di quei casi lampanti che dimostrano come anche se hai il talento rischi di non andare lontano. Una con la sua voce e bravura, una tigre da palcoscenico, dovrebbe stare in cima alle classifiche senza problemi e raccimolare successi dopo successi senza neanche troppi sforzi. Perchè uno si dice, se stravendono persone come Katy Perry e Rihanna che la voce la fanno uscire dal buco sbagliato, lei dovrebbe vendere valanghe e valanghe di dischi con l’ugola che si ritrova.

E invece no! Dopo un esordio perfetto, da guinness dei primati, con milioni e milioni di copie smerciate, singoli passati a manetta in radio e concerti sold out in ogni dove, la nostra cara Jessica non ha saputo gestire il tesoretto conquistato col primo album e s’è persa per strada facendosi bollare negli States come quella che c’ha la voce e niente più. Un taglia e cuci di varie cantanti senza una vera e propria personalità e identità. Insomma, un’ottima corista (o autrice di testi) ma per diventare diva e donna ci vuole molto di più. Un personaggio forte e che  marchi gli animi, non una che passa inosservata anche quando ha una canzone come Bang Bang tra le mani.

Per fortuna non esiste solo l’America, anche se resta il mercato più grosso ed importante, e la cantante potrà contare sicuramente sui fans europei (soprattutto britannici che quasi la venerano) e australiani per tirar su qualche copia. Anche perchè previsioni alla mano si parla di un debutto americano a venticinque mila copie che proprio positivo non è dopo aver devastato le balle in radio per mesi col tuo primo singolo.


Probabilmente l’errore sta proprio lì, avrebbe dovuto approfittare del gran successo ritrovato con Bang Bang per lanciare in pompa magna il disco e raccattare qualche copia in più. Adesso la vedo dura con un secondo estratto che, nonostante lo stia performando pure all’Esselunga, non ha ancora attecchito le classifiche e rischia di fare un buco nell’acqua. Insomma, la copertina dell’album era premonitore. Rimasta in mutandoni e reggiseno, si stava già mettendo le mani nei capelli.

In definitiva Sweet Talker è anche un album che si lascia ascoltare con piacere una, due volte ma non lascia il segno. Le cartucce se l’è sparate tutte prima dell’uscita del disco per fare da traino alle misere vendite che avrà, quanto meno in America. Dimostra le sue doti vocali eccelse, almeno lei sa cantare, e da il meglio nei duetti e ballad. Ma siamo lontani anni luce dal primo ed inarrivabile album d’esordio. Aridateci Who you are!

Probabilmente dopo il flop del secondo album che manco uscì negli States non ha voluto rischiare il capitombolo e ha sfornato un album per nulla innovativo. Insomma, probabilmente farà uscire una ballad come terzo singolo e poi tutti a casa a leccarsi le ferite.


Ain’t Be Done. Se non gorgheggia e rappa la canzone è anche bella - 6.5

Burnin’ Up feat. 2 Chainz. La mia canzone del momento. Ogni volta che la sento mi parte in automatico la chiappa sculettante – 7.5

Sweet Talker. Una delle migliori canzoni del disco. Esce tutta la sua voce graffiante in una mid-tempo notevole. Da far uscire come prossimo singolo assolutamente - 7

Bang Bang feat. Ariana Grande & Nicki Minaj. Il grande ritorno che la riporta in vetta alle classifiche di mezzo mondo, grazie soprattutto alla notorietà delle altre due sgallettate. Da ballare come un forsennato dall’inizio alla fine – 8

Fire. Finalmente una ballad anche se a tratti troppo ripetitiva - 6

Personal. Una delle poche tracce dove ritroviamo la cantante del primo album e quasi la rimpiangiamo – 8

Masterpiece. Se non ti piace il mio sound, abbassa il volume, così canta J. Ecco, la voce c’è ma il pezzo non mi convince totalmente – 6

Seal Me with a Kiss feat. De La Soul. Ci catapulta negli anni ’80 e ci vorremmo rimanere, nei duetti da sempre il meglio di sé – 7

Said too Much. Demi Lovato esci da questo corpo! – 5

Loud feat. Lindsey Stirling. La base dei violini è superba, accordandosi al testo e alla voce in maniera perfetta. Jessie dimostra ancora una volta che il meglio lo tira fuori nelle ballad – 7

Keep Us Together. Si passa ad una mid-tempo dal groove r&b che passa liscia come l’acqua ma che non resta impressa - 6  

Get Away. Come volevasi dimostrare, nelle ballad fuoriesce meglio il potenziale enorme che ha la sua voce - 7

Your Loss I’m Found. Idem con patate. Sulle doti vocali non si può dire nulla, flop o non flop - 6

Strip. Questa potevamo anche evitarla di metterla dentro. Sa di già ascoltato mille volte - 5

You Don’t Really Know Me. Si chiude con una ballad chitarra, vocalizzi e gorgheggi. Non ti conosciamo è vero. E probabilmente dopo questo album ti conoscerà ancora meno gente – 6



1 commento:

  1. Purtroppo la maggior parte delle cose da te esposte sono vere ma, non sono d'accordo con i voti, la novità anche se poco consona ai gusti della nostra società moderna in quanto poco allenata alle particolarità e più alla "chiappetta sinuosa vibrante" è Seal me with a kiss che, a mio parere un bell'8 lo meriterebbe a differenza di bang bang! Quindi spero che un talento vero come lei, se non in questa vita, almeno in un'altra inizi ad essere apprezzato, Good Luck xoxo

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