Arriva la seconda carrellata di
sentenze, dopo quella inflitta al Cavaliere qualche settimana fa, nel processo Ruby-bis. E le pene
seguono lo stesso andazzo inflitto al Berlusca per buona pace di chi millantava
da sempre che erano solo ed esclusivamente delle cene eleganti quelle che si
susseguivano ad Arcore.
A farne le spese a sto giro sono
stati i cosiddetti organizzatori di cotante serate sobrie. Totò, Peppino e la
Malafemmina o come meglio ama definirli l’accusa il fidelizzatore, l’arruolatore e l’amministratrice
del bordello. Con un’unica differenza, per l’ex direttore del programma comico
di rete 4, Emilio Fede, e l’ex agente dei vip che gli massaggiavano i piedi, Lele Mora, sono
stati inflitti sette anni di carcere, per l’ex igienista dentale, Nicole Minetti, solo cinque in
quanto non accusata d’induzione alla prostituzione, a differenza
degli altri due. Al trittico è stata anche inflitta l’interdizione dai pubblici
uffici. Mal comune mezzo gaudi, soprattutto nostro. A presenziare in aula
durante la sentenza c’era solo Mora, mentre Fede si è rifiutato e la Minetti
era ad Ibiza visto che, secondo il suo avvocato, si tratta di un momento molto
pesante per lei. Come darle torto!
A fregare gli imputati, condannati in primo grado, la testimonianza di
alcune invitate alle suddette cene sobrie ed eleganti nonchè dei personaggi del
mondo dello spettacolo facenti parte dell’agenzia di Mora, presenti come guest
star a cotanto sobriume, pentitisi e costituitisi parte civile. Secondo l’accusa
questo sarebbe stato l’andazzo di una serata standard nelle calde notti di
Arcore, suddivisa in tre parti:
"La prima prevedeva
una cena, mentre la seconda, definita bunga
bunga, si svolgeva all'interno di
un locale adibito a discoteca, dove le partecipanti si esibivano in
mascheramenti, spogliarelli e balletti erotici, toccandosi reciprocamente
ovvero toccando e facendosi toccare nelle parti intime da Silvio Berlusconi. La
terza fase riguardava infine la conclusione della serata e il suo proseguimento
fino alla mattina dopo. Consisteva nella scelta, da parte
di Silvio Berlusconi, di una o più ragazze con cui intrattenersi per la notte
in rapporti intimi, persone alle quali venivano erogate somme di denaro ed
altre utilità ulteriori rispetto a quelle consegnate alle altre
partecipanti".
Restano ancora da verificare le posizioni di altrti partecipanti, come
ad esempio Apicella, prima di poter finalmente dire conclusa una delle pagine
più ridicole e sciatte della nostra politica italiana, salvo ricorsi e mazze
varie. Ma si sa, se si aspetta la sentenza definitiva saremo già belli che
nella tomba. Viva la Repubblica…delle banane!
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